Il libro non lo conosco, ma conosco l'autrice, ho visto un suo spettacolo un po' di anni fa, vi assicuro che ho riso tanto!!!
Dalla recensione il libro dovrebbe essere spassoso, di quelli che piacciono a me, quindi da mettere in lista! Con ironia caustica e satira, racconta le schifezze della società moderna, nel caso specifico, l'ascesa di una soubrettina televisiva, che grazie al suo lato B, scala i vertici del potere, e non è fantapolitica!!!!!
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IlRecensore.com“Il lato B”, quando il successo è questione di c…!di Chiara Pieri il 3 giugno 2010
Alessandra Faiella ne “Il lato B“ (Fazi, 2010) racconta in modo ironico, attuale e realistico, l’ascesa di Katia G., the queen of lato B, che, da show girl, riesce a poco a poco a conquistare i vertici del potere, passando di letto in letto, fino a giungere a quello del Capo dei Capi. Cosa le è servito, oltre ad un’intelligenza metodica e spietata? Tanto, tanto c…! Katia G. ha un fondoschiena perfetto, un fisico invidiabile, giovane e bella ha già capito la chiave del successo: “darla via come un frisbee, ma solo alle persone giuste“.
Katia è diversa dalle solite soubrette, lei punta in alto, molto più in alto della semplice televisione…Ma pur da quella bisogna partire, per farsi apprezzare dal pubblico ed entrare nel mondo di chi conta.
Così la regina del lato B inizia ad andare a letto con registi e produttori ed a vincere un reality show, che finalmente la farà approdare al mondo della politica. Di politico in politico, tra party, escort, cocaina e alcool che scorre a fiumi, Katia giungerà fino al Capo dei Capi, Lui. Sarà solo grazie alla sua astuzia perfida e ad un’intelligenza debitamente nascosta sotto il corpo da Barbie, che Katia riuscirà a conquistare la summa del potere.
Alessandra Faiella mette in scena, sebbene in maniera ironica e grottesca, uno specchio della realtà attuale, quello del mondo della televisione legato indissolubilmente a quello della politica. Un mondo dove le donne per fare successo devono sempre di più lasciar da parte il cervello e sfoderare il lato B e poi, passati i venticinque, iniziare a restaurarsi a colpi di bisturi e botox, altrimenti possono dire addio alla bella vita. Oltre ad una riflessione sul mondo dello show business e sui lati oscuri del potere e dei media Il lato B introduce anche il concetto del post-femminismo. Se le donne in passato hanno scelto per l’emancipazione e combattuto per i propri diritti, tuttavia la realtà contemporanea le rende vittime della reificazione e costantemente succubi degli uomini, unici veri manipolatori del potere.
Riuscirà la donna-oggetto a detronizzare il Capo? Lo scoprirete solo leggendo questo divertentissimo libro.
Alessandra Faiella, attrice comica, ha lavorato con diversi attori e registi tra cui Dario Fo e Franca Rame. In Tv ha partecipato ai più noti show e programmi di intrattenimento come Producer, Pippo Chennedy Show, Zelig, Mai dire domenica, Buldozer, Relazioni pericolose, Cochi e Renato, Markette, Chiambretti Night. Ha condotto programmi radiofonici su Radio 2 Rai e R101. Laureata al DAMS di Bologna, conduce attualmente stage sulla comicità, la comunicazione in pubblico, l’autostima. Ha pubblicato Il brutto delle donne (Garzanti, 2007, con Giovanna Ramaglia), Il dizionario Lei-Italiano, Italiano-Lui (Vallardi, 2009 con Giorgio Ganzerli) e Autostimami (per <<il Sole 24 ore>>, 2006). Questo è il suo primo romanzo.
Autore: Alessandra Faiella
Titolo:
Il lato BEditore: Fazi
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 218
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Seconda proposta, anzi la recensione di un libro che vi avevo già proposto qualche tempo fa!
Strix - La strega nella cultura romanaLaura Cherubini, Strix - La strega nella cultura romana (2010)
- MITOLOGIA - UTET Libreria - 2010
- pagine 242
- prezzo 22,00 euro
- giudizio: ****"... Penso che, trasmutata, ella per l’ombra della notte svolazzi,
avvolte tutte di piume le sue vecchie membra;
[…] In ambi gli occhi le fulmina una duplice pupilla
e dai globi gemelli un fuoco avvampa."
[Ovidio — Amores]
Strynx. Strix. Striga. Strega. Ma anche Saga, Malefica, Venefica: quanti nomi per una singola soprannaturale entità. Tuttavia ciò dimostra come la strega sia una presenza costante in tradizioni e folklore europei dall’alba dei tempi.
Lo scopo del saggio Strix— La strega nella cultura romana, di Laura Cherubini, è mettere in luce come questa figura ancestrale venga percepita presso la cultura greco-romana, che a essa ha conferito nome e attributi ben precisi trasmessi in parte alla strega medioevale e a quella moderna.
Il libro è strutturato in due parti: nella prima si prendono in esame l’identità della strix, il suo essere creatura femminile specificamente notturna dalle terribili capacità, e la sua affinità all’Arpia, la donna uccello dell’immaginario fantastico antico che arriva a sconfinare nel mito.
Nella seconda, alle striges come entità quasi demoniache si sostituiscono alcune streghe romane (strigae) dalla realtà ontologica prettamente umana.
Questo consente di osservare le caratteristiche visibili della strega e individuarla come tale: le capacità mutaforma, i lineamenti bestiali, il suo essere liminare al mondo dei morti.
Cos’era la strega romana? L’equivalente greco strinx indica originariamente un tipo di gufo considerato uccello infausto, e il nome è prettamente onomatopeico.
La prima immagine offerta dall’autrice è appena un guizzo di ali nel buio e il grido stridente di un rapace, che vola fra scenari soprannaturali e dimensione umana: dal predatore assetato del sangue alla donna malvagia in cui esso può trasformarsi.
Nella concezione greco-romana, la strega non è buona e non è vittima, nasce malvagia ed è responsabile di crimini immondi, di corruzione, di violenze, di orrore.
Brutta, spesso grottesca, è temuta e combattuta, oggetto e soggetto di maledizioni terribili. L’immagine della strega emerge — dai frammenti di Ovidio, Plinio, Orazio, Petronio e tanti altri analizzati nel saggio — strettamente rapportata ai cinque sensi, ma in qualche modo invertita rispetto alle caratteristiche umane: lo stridio malefico che ferisce l’orecchio, il venefico tocco, il fetore che la accompagna (decomposizione, escrementi), la fame insaziabile di sangue e visceri, lo sguardo folle e malignamente acuto.
Anche le attitudini della striga/strix rispecchiano una versione “rovesciata” di ciò che è umano in generale e femminile in particolare: le streghe sono versipelle, cioè possono trasformarsi in uccelli, cani, topi e persino mosche seguendo le loro capacità ingannatrici.
Attaccano di preferenza bambini per svuotarli di fluidi e organi vitali, lacerando corpo e viso con gli artigli. Hanno conoscenze al di là del normale utilizzate per malefici (con una loro penna in un filtro magico provocano passione o attentano alla virilità).
Sono creature notturne che torturano e uccidono durante i sacrifici e si nutrono con furore bestiale.
In sostanza, come sottolinea l’autrice nella prefazione, costituiscono una sorta d’immagine universalmente riconoscibile elaborata per spiegarsi eventi funesti, malattie mortali, morti infantili. Quindi, si può aggiungere, un archetipo di questo tipo non può che essere un concentrato di tutti gli orrori possibili.
Anche l’aspetto prettamente fisico della strega rispecchia un rovesciamento totale rispetto ai canoni appezzati nella donna romana: il pallore cadaverico che richiama al mondo dei morti, i piedi nudi e i capelli scarmigliati, i denti marci e neri, le unghie ricurve, la doppia pupilla.
Il saggio ritorna più volte sugli stessi concetti e particolari - arrivando a sfiorare in alcuni punti la ripetitività - sicuramente per il desiderio da parte dell’autrice di eviscerarne i molti significati: questo rende la lettura gravosa per i non esperti in materia mentre è una manna per gli studiosi.
Il viaggio alla scoperta e identificazione della strega nella cultura classica, è condotto in questo saggio sul doppio filo dell’osservazione antropologica e dell’analisi filologica di ciò che i testi antichi riportano in proposito: si tratta di una di ricerca approfondita, supportata da un folto corredo di note e citazioni che offrono nell’insieme un quadro complesso ma affascinante.
Autore: Cristina Donati - Data: 3 giugno 2010