C'era una volta una Gatta...

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Aliseia
view post Posted on 21/3/2010, 16:29




Questa è la storia di una gatta libera.

Questa è la storia di Minou.

Nome un po' banale, inevitabile retaggio del film Gli Aristogatti.

Ma i bimbi, si sa, a volte sono un po' conformisti.

Questa è una storia di conformismo (nostro) e di grande dignità (sua).



Avevo una gatta nel paesino dove andavo in vacanza.

O forse dovrei dire che lei aveva me.

Noi. I cinque bambini che credevano di averla adottata (alla sottoscritta dobbiamo aggiungere due fratelli, una cugina e un'altra amica).

E sebbene Minou sia sempre stata libera, gatta orgogliosamente randagia, io credo che ci riconoscesse una certa priorità sugli altri. Noi eravamo i suoi ragazzi, almeno nei mesi delle vacanze. Giusto il tempo per condividere un involto di avanzi e qualche rapido buffetto sulla testa. Non troppi, però (i buffetti. Gli avanzi erano sempre graditi).

Minou non era sdegnosa, né tanto meno timida, ma non gradiva eccessive confidenze. Se le allungavi una carezza sulla testa un po' piatta, al massimo si alzava in punta di zampette per ricevere quell'attestato di affetto, strizzando appena gli occhi per dimostrare il suo gradimento. Poi si allontanava, con misurata signorilità e senza guardarsi indietro: “Sì, mi è piaciuto. Ma adesso basta, eh?”



Aveva seguito i bambini partendo dalla campagna. Tenendosi a debita distanza, ma senza paura. Minou non aveva quasi mai paura. Era molto piccola, ma non era il classico micetto. Snella, il lucido pelo bianco e nero e un musino lungo: non era neanche bella. Di rimarchevole c'erano solo gli occhi, di un verde oliva vellutato e denso, molto intensi, molto seri. Non sembrava un cucciolo, nemmeno allora. Pareva una gatta adulta in miniatura. Come ho già scritto: non era un paffuto micino tutto pelo. Lei era una regina.

E già da allora aveva un vocione profondo che ci faceva sobbalzare, con certi meow bassi e minacciosi che contrastavano con le sue piccole dimensioni.

Ma non era cattiva, tutt'altro. Da lei non ho mai avuto neanche un graffio. Neppure quella volta che le ho letteralmente strappato dalle fauci un incauto uccellino. Qualche brontolio, qualche soffio minaccioso. E ci siamo tolte il saluto per mezza giornata. Ma tutto lì.

Poi i bambini sono cresciuti.

E non sta bene, per i bambini-grandi, di giocare con i gatti.

Non sta bene, per le “signorine”, cercare animali magici o folletti: le ragazze non frequentano i “giardinetti”, a meno che non sia per incontrare un Principe o un Rospo.

E così smettemmo di vedere Minou, se non per un saluto distratto. E lei smise di venirci a trovare, attraversando il paese seguita dal corteo dei suoi gattini.

Qualche anno dopo ci dissero che era morta.

È un piccolo senso di colpa che mi porto dietro. Non ho la presunzione che, con un mese di frequentazioni estive, avrei potuto cambiarle la vita. La vita di un randagio è fatta di lunghi mesi di freddo e di cibo scarso. L'unico modo per cambiarle la vita sarebbe stato di prenderla in casa. E davvero all'epoca non era possibile.

Ma Minou, come la leonessa Elsa del film, era “nata libera”.

Era libera dentro, in ogni caso, e temo che non avrebbe gradito di essere ridimensionata da Regina a cucciolo domestico.

Ma non cerco giustificazioni: è un piccolo dolore che si rinnova quando rivedo i famosi Giardinetti, è come aver mancato a un appuntamento.

Penso comunque che ormai mi abbia perdonato, come fece rapidamente quella volta in cui le sottrassi il passerotto, nel mio impeto di buonismo animalista.

Il suo ricordo viaggia nel DNA di tutti i gatti del paese.

A me resta l'esempio di una micia sobria e coraggiosa, che sfidava persino i cani per difendere la prole, che non temeva gli uomini, ma che non faceva nulla per piacere.

Io l'adoravo.

E penso che sarebbe piaciuta anche a Severus.



COMMENTI (IL PIU' VECCHIO DAL BASSO)
#10 10:45, 29 agosto, 2009

Mi ricordo della tua gattina Niky, ricordo quanto le eri affezionata. Gli animali sono i nostri amici più sinceri, non sanno mentire, se ti dimostrano di star bene con te, sai che tu gli piaci veramente e non cambieranno idea da un giorno all'altro. Forse per quello amo ancora più i gatti dei cani, perchè non sono mai sottomessi, sono veri amici, indipendenti, ti eleggono loro amico, alla pari. E' bellissimo!

Astry1971

#9 08:41, 29 agosto, 2009

Che belli questi mici alternativi, la gattina-pirata con un occhio solo e l'adorabile tontolone...
Per non parlare di quella micina lunare che esce dalla finestra della soffitta :)

Aliseia

#8 01:35, 28 agosto, 2009

Scordavo... Sai, Ali, che mi hai anche regalato un paio di ricordi carinissimi di mia mamma da giovane? In estate, quando cenavamo nella soffitta di casa di nonna mi cantava spesso "C'era una volta una gatta, che aveva una macchia nera sul muso e una vecchia soffitta vicino al mare, con una stellina, dipinta nel cielo blu..."
Sentirla cantare con vista sul mare e con la gatta grigia di mia cugina che saltellava sulle tegole era a dir poco suggestivo :)

Nykyo75

#7 01:31, 28 agosto, 2009

Povero Argo :(

E' proprio vero che ogni animale ha il suo carattere e raccontando di lui mi hai ricordato di due gatti che ho amato molto, pur non avendoli potuti prendere in casa come invece ho fatto per la mia Mussy e il mio Silver.
Erano randagi di un gruppo che stazionava nel giardino del mio palazzo. Ci sono vissuti in momenti diversi.
Non avevano nome e non erano belli, anzi erano proprio bruttini, ma non era importante.
Io li chiamavo "Ciechina" la femmina, perché vedeva da un occhio solo, e "Gatto Tonto" il maschio, perché era davvero un tontolone pazzesco. Eppure lei era incredibile: intrepida, selvaggia, una pantera in miniatura. Libera e padrona di sè, ma capace di slanci d'affetto fortissimi. Lui era un semplicione, ma era anche il gatto più affettuoso e coccolone che io abbia mai conosciuto a parte la mia Mussy.
Trovarli investiti è stato bruttissimo. Nel caso di lui non c'era nemmeno il minimo segno della frenata e mi ha fatto male notarlo. Povero Gatto Tonto, non me lo sono mai dimenticato.

Ammetto che alla fine sono lieta che la mia gatta, morta per fortuna dopo tantissimi anni, di vecchiaia, se ne sia andata proprio un giorno in cui ero via da casa per lavoro.
Mi avrebbe fatto troppo male vederla spegnersi.

Però avrei voluto che sentisse un'ultima mia carezza.

Quindi in fondo capisco anche quel lieve senso di colpa di cui parla Aliseia.

Quanto al mio attuale bello, che è rimasto a casa dei miei ma che io mi spupazzo sempre, anche lui è bianco e nero, ed è perfino invalido, povero piccino, però è un amore come pochi, quella peste con la coda!

Nykyo75

#6 15:55, 26 agosto, 2009

Oh, povero Argo...
Sembra la descrizione di Minou, col muso lungo, un po' triangolare.
Ho sempre pensato che quel tipo di gatto fosse speciale. Magari sono meno belli, ma, non so, sono più sensibili, più comunicativi

Aliseia

#5 15:47, 26 agosto, 2009

Ahahah! Guardala come drizza subito le antenne. Il gatto slash era un gatto gay che andava matto per la cioccolata Kinder, si chiamava Argo. Bianco e nero, un musetto allungato e delle orecchie enormi. Il poverino è stato investito. Una brutta mattina sono uscita dal cancello di casa è l'ho trovato li accanto, morto. Una tremenda visione, non aveva ferite, era come se dormisse, ma aveva gli occhi aperti, sembravano finti, è stato bruttissimo. :-(

Astry1971

#4 15:26, 26 agosto, 2009

Bellissimo il tuo racconto della cagnetta tornata dalla morte.
E i nomi, poi... Ira... Che meraviglia.
Inutile dire che aspetto il racconto del gatto Slash (una specie di Stregatto, insomma... ;) )

Aliseia

#3 14:20, 26 agosto, 2009

Gli animali sono uno diverso dall'altro. Hanno il loro carattere. Io ne ho avuti tanti. Una quindicina di gatti e un cane, Ira. Avevo quello timido, quello avventuroso, quello signore, quello mammone, quello che... ehm... aveva una cotta per me e voleva farlo con la mia gamba. Quello che amava la pulizia e prima di saltarmi in braccio doveva lavare anche me con la linguetta rasposa. E poi per la gioia di Aliseia e Niky...ebbene sì avevo il gatto Slash. Ma la tua storia mi ha ricordato soprattutto Tobbina, una cagnetta randagia che tutti i giorni mi accompagnava a scuola quando facevo le elementari. Una cagnetta che doveva aver fatto un Horcrux, infatti è tornata dalla morte, incredibile no? Non ho mai capito come, ma dopo mesi che era stata vista morta investita da una macchina, è miracolosamente tornata, con le ferite ancora evidenti, ma viva. E tramite una mia vicina di casa molto convincente è riuscita pure a ritrovarsi nella mia cantina con i suoi otto cuccioli. Li aveva avuti nella cantina di uno che li avrebbe uccisi, così per salvarli da una brutta fine, la mia vicina si è presentata a casa mia con Tobbina e tutta la sua cucciolata. Piano piano ho trovato a tutti una famiglia e mi son tenuta l'unica cuccioletta che somigliava alla mamma e l'ho chiamata Ira.

Astry1971

#2 13:27, 26 agosto, 2009

Grazie, Alex!
Lei era una gatta speciale e basta, e non solo per me.
Nessuno da allora può dirmi che gli animali sono tutti uguali.
Hanno caratteri, personalità, fisionomie inconfondibili e diverse gli uni dagli altri.
Un buffetto e una strizzata d'occhi per il tuo Bello, sono convinta che fosse speciale anche lui :)

Aliseia

#1 13:02, 26 agosto, 2009

Una bellissima descrizione, Ali, davvero!!!^^ Dev'essere stata una gatta davvero molto speciale, per te!! Quand'ero ero piccola avevo anch'io un gatto randagio, un quasi randagio, per la precisione. Stava sempre a casa di mia nonna e due anni dopo mi venne detto che era morto. E' un grande ricordo della mia infanzia. Si chiamava Bello.^^ Tornando a noi, è un post davvero toccante!!^^

AlexPiton
 
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